Un maestro elementare di Albissola in una missiva diretta al regista scrive: "...L'estinzione rende liberi", parafrasi dell'atroce scritta sul cancello di Auschwitz, è un film che sinfonicamente si compone di tre momenti: lo sterminio degli ebrei rivissuto in una sorta di gioco infantile col lego; la volontà di autoestinzione dell’uomo per liberare il pianeta dalla sua presenza; e lo zombi che si pasce delle proprie viscere». In questo paesaggio apocalittico gli unici superstiti sono gli insetti, nello specifico una corona di formiche sull'immenso cerchio di una galassia. Un film di fantascienza autarchica, oscuro ed eccentrico, di eccessi, non di discorso ma figurativi, sorta di pamphlet sul tema usurato della fine della storia.
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